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Mentre si attendono novità dal ministro delle Finanze britannico Rishi Sunak, riguardo al piano di finanziamenti aggiuntivo da 5 miliardi di sterline, il pound rifiata dopo una corsa che l’aveva portato ai massimi di 3 anni contro il dollaro.

Fiume di sterline sull’economia britannica

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Mercoledì i mercati si concentreranno sulle misure di sostegno alle imprese, penalizzate dai lockdown per fronteggiare il Covid-19. Il piano di spesa 2021 dovrebbe dare accesso a misure di sostegno a circa 700mila azienda tra negozi, bar, discoteche, hotel, ristoranti, palestre e saloni di bellezza. Complessivamente i finanziamenti diretti alle imprese stanziati durante la pandemia arrivano a 25 miliardi di sterline.

Il cambio valuta

Nel frattempo la sterlina britannica è scesa al di sotto di $ 1,39 rispetto al dollaro, allontanandosi dal massimo triennale di $ 1,42 toccato la scorsa settimana. Lo si può vedere sulle piattaforme trading gratuite. Gli investitori infatti stanno approcciando in modo cauto alla valuta, in vista dell’appuntamento di mercoledì.
Il recente rally ha reso la sterlina la valuta del G10 con le migliori prestazioni del 2021, supportata dalle speranze di una ripresa economica più rapida, dal rapido ritmo delle vaccinazioni del Regno Unito e da un accordo commerciale post-Brexit con l’UE.

Nota operativa: Uno degli strumenti da conoscere quando si negozia valute è il CCI commodity channel index oscillatore.

Dati macro Regno Unito

Nel frattempo sono stati pubblicati alcuni dati interessanti sull’economia del Regno Unito. I prezzi delle abitazioni hanno accelerato al 6,9% durante febbraio, molto più del previsto (5,6%). Su base mensile, i prezzi sono aumentati dello 0,7%, dopo un calo dello 0,2% a gennaio. Il credito al consumo è invece diminuito di 2,392 miliardi di sterline. Si è trattato del calo maggiore dal maggio 2020. Ieri è stato reso noto che il PMI manifatturiero è salito a 55,1 nel febbraio 2021, dal 54,1 di gennaio. Sale così a nove mesi la sequenza di aumento. L’ottimismo delle imprese è salito a un massimo di 77 mesi, con oltre il 63% delle aziende che dichiara di aspettarsi che la produzione sarà più elevata nell’arco di un anno.

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