Ancora una volta la Federal Reserve mostra la sua totale autonomia decisionale, e malgrado le critiche di Trump ha tirato dritto per la sua strada alzando i tassi di interesse. L’istituto centrale americano ieri ha infatti deciso di alzare ancora il costo del denaro, come si aspettavano i mercati. A sostenere la mossa ci sono le condizioni ancora positive dell’economia Usa, dove il mercato del lavoro resta solido, le spese delle famiglie e gli investimenti continuano a crescere e l’inflazione rimane vicina all’obiettivo del 2%.

 




 

FED e tassi di interesse

fed - economia usaLa Fed ha portato i tassi di interesse al 2-2,25%, dall’1,75-2% e con ogni probabilità farà una mossa analoga anche entro fine anno, presumibilmente a dicembre. Benchè la mossa fosse attesa, i mercati stanno premiando il dollaro che oggi marcia al rialzo in modo deciso. Basta guardare i dati di una delle piattaforme della lista broker forex regolamentati Consob per notarlo.

Nel comunicato che accompagna la decisione non c’è più riferimento alla “politica monetaria accomodante”, cosa che invece c’era fino ad agosto. Tuttavia il presidente Powell ha precisato che si tratta solo di un cambiamento formale, ma nella sostanza la politica in realtà rimane accomodante. Powell ha inoltre invitato a guardare il livello dei tassi, più basso del livello di lungo periodo, “neutrale”.

Il ritmo dei rialzo dei tassi di interesse

Secondo le proiezioni dei mercati, il ritmo della stretta non cambia. Terminerà nel 2020, quando i tassi di interesse arriveranno al 3,25-3,5%. Raggiunto questo livello vi resteranno anche l’anno successivo. La Fed continua quindi a prevedere un altro rialzo nel 2018, tre nel 2019 e uno nel 2020.

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E’ chiaro che non farà piacere a Trump tutto ciò. Il presidente ha criticato in modo aperto la troppa fretta (secondo lui) della FED. Powell però ha risposto per le rime: “Ci è stato affidato dal Congresso un compito molto importante nell’interesse del popolo americano. Non consideriamo fattori politici e cose di questo tipo”. Peraltro non ha mancato di inviare a sua volta una critica al presidente, riguardo al protezionismo. Secondo la FED la politica sui dazi potrebbe portare a risultati negativi sia per gli Stati Uniti che per le altre economie mondiali.

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