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Il meeting della BCE finisce per dare una bella spallata all’euro, che scivola sulle dichiarazioni molto accomodanti dell’istituto centrale europeo. C’è stata quindi una revisione della forward guidance, che comunque era già apparsa necessaria ai mercati.

La decisione della BCE

La Bce infatti lancia un nuovo programma di maxi prestiti a basso costo per le banche (i Tltro, acroninmo di targeted longer-term refinancing operations), così da rinforzare il suo sostegno all’economia dell’Eurozona. Il programma durerà da settembre 2019 a marzo del 2021. L’Eurotower continuerà inoltre a reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza.

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Secondo il board dell’istituto centrale europeo, occorre che la politica monetaria spinga l’inflazione a convergere su livelli inferiori ma prossimi al 2% (il target della BCE) nel medio termine. Per questo ha confermato i i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rispettivamente allo 0,00 per cento, allo 0,25 per cento e (negativo) al -0,40 per cento. La cosa più importante però è che la Banca centrale europea, all’unanimità, ha rinviato la stretta: i tassi resteranno fermi fino a fine anno, e non solo fino a fine estate prossima (peraltro alcuni membri del consiglio direttivo, ha spiegato Draghi, hanno proposto di rinviare la stretta oltre marzo 2020).

La frenata economica nella Eurozona

Secondo la Eurotower, c’è una frenata delle prospettive di crescita dell’area euro. Per quest’anno il PIL scende a +1,1% da +1,7% stimato a dicembre (peraltro già ritoccato), e anche la stima per il prossimo anno viene ribassata a +1,6% da +1,7% precedente. Si salva solo la stima per 2021, confermata a 1,5%. L’inflazione (media annua) sarà pari all’1,2% quest’anno (dall’1,6% indicato a dicembre), all’1,5% nel 2020 (dall’1,7%) e all’1,6% nel 2021 (dall’1,8%).

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Secondo il capo della BCE Mario Draghi, tra le cause di questa frenata ci sono le incertezze legate a fattori geopolitici, alla minaccia del protezionismo e alla vulnerabilità nei mercati emergenti. Tutti fattori sostanzialmente esterni, sui quali si può fare poco. E’ vero però che ci sono anche difficoltà da fattori interni, tra i quali viene indicata pure la recessione italiana.

Le ripercussioni sull’euro

La decisione della Bce ha immediatamente innescato le vendite sulla moneta unica. Come si può vedere sui migliori forex broker italiani autorizzati, l’euro è sceso poco sopra quota 1,125 contro il dollaro. Va detto però che in fin dei conti la Bce ha solo allineato la forward guidance alle aspettative degli investitori, che non vedevano il primo rialzo dei tassi prima del 2020.

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