Dopo aver visto naufragare l’ultimo meeting per via di posizioni molto distanti, l’OPEC+ potrebbe aver superato una frattura insidiosa anche questa volta.
I paesi produttori infatti dovrebbero aver raggiunto un accordo sulla produzione, che consentirà di procedere ancora con un programma di tagli (progressivamente ridotti) in modo da sostenere i prezzi del petrolio ed evitare una guerra interna.
L’OPEC+ e il prezzi del petrolio
L’Arabia Saudita ha lavorato di diplomazia con gli Emirati, che erano quelli che minacciavano la rottura, perché chiedevano di alzare sensibilmente le quote di output visto l’aumento della domanda e la ripresa economica. Il Paese affacciato sul Golfo Persico aveva richiesto 3,8 milioni di barili, e la sua posizione minacciava la stessa sopravvivenza del cartello.
Questa fase di stallo aveva avuto immediate ripercussioni sul prezzo del petrolio, che era salito subito salvo poi vivere una turbolenza. Si può verificare sul miglior broker CFD trading.
Alla fine pare che gli Emirati abbiano ottenuto una modifica al livello di produzione usato come base di calcolo per quantificare i tagli, e quindi potranno aumentare la loro quota a 3,65 mln di barili al giorno (dai precedenti 3,15).
Ma è presto per cantare vittoria
Questo passo importante dovrebbe consentire il via libera al controllo dell’output fino ad almeno dicembre 2022.
Va precisato che al momento si tratta ancora di indiscrezioni stampa riportate da varie agenzie internazionali, e bisognerà attenere l’ufficialità (proprio questo ultimo passaggio non è mai scontato con l’OPEC+).
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L’andamento del barile
Intanto, il prezzo del barile stra scendendo dopo la notizia dell’accordo OPEC+. Una direzione che poi è proseguita con maggiore forza, dopo che sono state pubblicate le scorte dell’Eia.
Diminuiscono ancora le scorte di greggio in USA nell’ultima settimana. L’EIA, la divisione del Dipartimento dell’Energia americano, ha confermato che gli stocks di greggio, negli ultimi sette giorni al 9 luglio 2021, sono scesi di 7,9 milioni a 437,6 MBG, contro attese per una diminuzione di 4,3 milioni.
Il petrolio resta comunque per il momento saldamente inserito in un canale rialzista di medio-lungo termine.