Soffri di mal di testa? Potrebbe trattarsi di cefalea cervicogenica! Leggi come Francesco ha risolto il suo problema.
La cefalea o mal di testa cervicogenico è un dolore alla testa causato da un disturbo del rachide cervicale spesso accompagnato da dolore e rigidità al collo. Nella mia attività professionale mi capita spesso mentre svolgo una visita fisiatrica a Roma di diagnosticare questo tipo di problematica. Persone che hanno subito un colpo di frusta o con storia di trauma a carico del distretto cervicale rappresentano le più predisposte.
La cefalea cervicogenica rientra nelle cefalee secondarie ossia dovute a problematiche traumatiche, infiammatorie o che coinvolgono distretti vicini alla testa. Parliamo ora di un caso clinico che durante una recente visita fisiatrica a Roma ho diagnosticato e risolto.
Cefalea cervicogenica: Caso clinico
Francesco, 47 anni, impiegato informatico presenta un mal di testa comparso circa tre mesi fa e che interferisce con le attività quotidiane. Il paziente è in un buon stato di salute generale ma da alcuni mesi assume farmaci antinfiammatori in maniera crescente nel tentativo di contrastare il dolore alla testa. Il paziente mi riferisce di soffrire da alcuni anni di dolore cervicale senza che questo ne limiti le attività e la qualità di vita. Analizzando la posizione assunta durante l’orario lavorativo si evidenzia una scorretta postura davanti al computer con capo anteposto e schiena anteflessa.
Riferisce episodi ricorrenti di cefalea accompagnati da un dolore nella regione scapolare e nucale destra che nelle ultime settimane stanno alterando la qualità del sonno. All’esame obbiettivo si nota un atteggiamento anteposto delle spalle e del capo ed una limitazione dolorosa all’estensione e rotazione cervicale da entrambi i lati. La palpazione della muscolatura cervicale appare dolente nella regione del trapezio con presenza di contratture muscolari che tuttavia non evocano dolore a distanza.
I test di provocazione radicolare sono negativi per cui si può escludere una problematica di tipo radicolare. Basandomi sulla storia clinica e sull’esame obiettivo pongo diagnosi di cefalea cervicogenica e sottopongo il paziente ad un trattamento combinato con farmaci e fisioterapia. La terapia farmacologica si basava su un antinfiammatorio da prendere al bisogno all’inizio del dolore nel tentativo di non farlo crescere eccessivamente e un integratore miorilassante a base di magnesio (decontratturante), Boswella (anti-infiammatorio) e triptofano.
Il trattamento fisioterapico era composto da tecniche di terapia manuali e la somministrazione di esercizi da svolgere cinque minuti al giorno a casa. A 45 giorni dalla prima visita il paziente riferisce di aver avuto una notevole riduzione degli episodi di mal di testa e dell’intensità degli stessi. Riferisce di avere un sonno regolare nelle ultime settimane, di svegliarsi riposato e di non sentire più il dolore nella regione scapolare. All’esame obbiettivo la mobilità del rachide cervicale appare migliorata, la muscolatura più morbida e meno dolente. In accordo con il paziente decidiamo di interrompere la terapia orale e di proseguire per un paio di mesi con due sedute mensili di fisioterapia al fine di stabilizzare gli ottimi risultati ottenuti. La visita fisiatrica è stato il punto di partenza per poter poi dalla diagnosi scegliere il percorso più idoneo per la persona affetta da cefalea cervicogenica.